Se stai per avviare un sito web e sei indeciso tra un servizio di hosting e uno di housing, non sei il solo. Molte startup, piccole imprese, liberi professionisti e sviluppatori web si trovano di fronte a questa scelta e fanno spesso confusione tra i due termini.
In apparenza hosting e housing possono sembrare simili, perché in entrambi i casi l’obiettivo finale è mettere online un sito web o un servizio Internet. In realtà si tratta di soluzioni molto diverse, con caratteristiche, costi e modalità di gestione specifiche.
La differenza principale tra hosting e housing risiede nel livello di controllo e nel modo in cui sono gestiti i server: nel primo caso si noleggiano risorse da un fornitore esterno, nel secondo si colloca un proprio server in una struttura specializzata.
In questo articolo esamineremo in dettaglio cosa significa hosting e cos’è un servizio di hosting, analizzandone le caratteristiche e i principali tipi di hosting disponibili (dall’hosting condiviso ai server dedicati e al cloud).
Vedremo poi cos’è l’housing (conosciuto anche come colocation) e quali varianti offre, evidenziando i pregi e difetti di questa soluzione. Infine confronteremo hosting e housing sotto diversi aspetti chiave – come i costi, la flessibilità, la sicurezza, la manutenzione e la scalabilità – per aiutarti a capire quale soluzione scegliere in base alle esigenze del tuo progetto web.
Cos’è l’Hosting e come funziona
Il web hosting è un servizio che permette di ospitare un sito web o applicativo online senza dover possedere fisicamente il server su cui risiede. In pratica, l’utente noleggia uno spazio (o delle risorse hardware) all’interno di un server di proprietà di un provider specializzato.
Il provider mette a disposizione l’infrastruttura necessaria: server collocati in data center affidabili, connessione alla rete Internet ad alta velocità, alimentazione elettrica protetta e tutti i sistemi di climatizzazione e sicurezza per garantire la continuità del servizio.
Una caratteristica fondamentale dell’hosting è che la gestione dell’hardware e dell’infrastruttura di base è totalmente a carico del provider. Questo significa che sarà il fornitore ad occuparsi della manutenzione dei server fisici, degli aggiornamenti del sistema operativo (nelle soluzioni gestite) e di intervenire in caso di guasti o problemi tecnici.
L’utente finale ha il compito di gestire solo il proprio spazio web e i contenuti del sito (file, database, email), tipicamente attraverso pannelli di controllo intuitivi o interfacce web fornite dal servizio. In questo modo anche chi non ha competenze sistemistiche avanzate può mettere online un sito, affidandosi al supporto tecnico e all’infrastruttura del provider.
Esistono diversi tipi di hosting adatti a esigenze differenti. Le soluzioni si distinguono principalmente per il numero di risorse dedicate, il livello di prestazioni offerte e il grado di controllo che l’utente ha sull’ambiente server.
Hosting Condiviso
L’hosting condiviso è la forma più semplice e diffusa di hosting. In questo scenario un unico server ospita centinaia di siti web di clienti diversi: le risorse hardware (come CPU, memoria e banda) sono condivise tra tutti gli account presenti sulla macchina.
Ogni utente dispone di uno spazio personale separato per i propri file e dati, ma il server e il sistema operativo sono comuni. Il principale vantaggio di un hosting condiviso è il costo estremamente contenuto: si tratta infatti della soluzione più economica, ideale per siti web di piccole dimensioni o progetti appena avviati.
Inoltre è una soluzione chiavi in mano: il provider si occupa di tutta la gestione tecnica del server e l’utente non deve avere competenze specifiche per utilizzarlo.
Di contro, l’hosting condiviso presenta anche alcuni limiti. Le prestazioni dipendono dalle attività di tutti i siti presenti sullo stesso server: se uno dei siti genera molto traffico o utilizza molte risorse, potrebbe influenzare (anche se in modo controllato) la velocità degli altri.
Le configurazioni possibili sono limitate, perché non si hanno privilegi di amministrazione sul server (niente accesso root). Anche la scalabilità è ridotta: se il tuo progetto cresce e richiede molte più risorse, dovrai probabilmente passare a un piano superiore (come un VPS o un dedicato) poiché un hosting condiviso offre una quantità di risorse fissa e relativamente bassa.
Hosting VPS (Virtual Private Server)
Un Virtual Private Server (VPS) è una soluzione intermedia tra l’hosting condiviso e il server dedicato. In questo caso sullo stesso server fisico vengono eseguiti più server virtuali isolati tra loro tramite tecnologie di virtualizzazione.
Ogni VPS ha un proprio sistema operativo dedicato, risorse (CPU, RAM, spazio disco) garantite e può essere gestito in modo indipendente dagli altri, come se fosse un server privato.
Rispetto a un piano condiviso, un VPS offre prestazioni superiori e soprattutto un maggiore controllo: l’utente ha spesso accesso amministratore (root) al proprio ambiente virtuale e può installare software, configurare impostazioni di sistema e gestire il server secondo le proprie esigenze.
I vantaggi di un hosting VPS includono l’ottimo equilibrio tra costi e prestazioni. Il prezzo di un VPS è più elevato di un condiviso, ma rimane abbordabile per PMI e progetti in crescita, soprattutto considerando il netto aumento di risorse dedicate.
Inoltre è una soluzione scalabile: molti provider permettono di aggiungere risorse (RAM, CPU, storage) al VPS o passare a un piano superiore in modo abbastanza semplice, assecondando le esigenze di un sito in espansione. Di contro, gestire un VPS richiede maggiori competenze tecniche rispetto a un hosting condiviso, soprattutto se non è previsto un servizio di gestione da parte del provider.
L’utente deve essere in grado di amministrare il proprio sistema (installare aggiornamenti, configurare la sicurezza, effettuare troubleshooting), oppure deve affidarsi a un tecnico. Infine, pur garantendo risorse dedicate, un VPS condivide comunque l’hardware fisico con altri VPS: in rari casi un uso intensivo di risorse da parte di un altro cliente sullo stesso nodo potrebbe incidere leggermente sulle prestazioni, anche se i moderni sistemi di virtualizzazione tendono a minimizzare questo rischio.
Server Dedicato
Un server dedicato (o hosting dedicato) è una soluzione in cui un intero server fisico è messo a disposizione di un singolo cliente. A differenza del VPS o del condiviso, l’utente non condivide nessuna risorsa hardware con altri: CPU, RAM, spazio di archiviazione e banda della macchina sono totalmente riservati al suo utilizzo. In pratica si noleggia un server intero, situato nel data center del provider, il quale rimane proprietario dell’hardware ma lo concede in uso esclusivo al cliente.
Questa soluzione garantisce le massime prestazioni possibili per un singolo server e un controllo completo dell’ambiente: si possono configurare liberamente software, impostazioni di sicurezza e servizi, come si farebbe su una macchina propria.
I vantaggi di un server dedicato sono legati principalmente alle performance e alla flessibilità. Avendo risorse dedicate al 100%, un server dedicato può gestire carichi di lavoro molto elevati, picchi di traffico e applicazioni esigenti in termini di CPU o memoria, offrendo al contempo stabilità e tempi di risposta rapidi.
Anche la sicurezza può risultare maggiore rispetto a soluzioni condivise, poiché non ci sono altri clienti sulla stessa macchina. Di contro, i costi sono significativamente più alti rispetto alle soluzioni viste in precedenza: il canone di un server dedicato è elevato, giustificato dall’uso esclusivo dell’hardware.
Inoltre la gestione di un server dedicato richiede solide competenze di amministrazione di sistemi. Spesso chi opta per un dedicato ha un proprio sistemista o un team IT, oppure sceglie servizi di managed hosting offerti dal provider, pagando un extra per farsi assistere nella configurazione e manutenzione. In generale, un server dedicato è indicato per progetti aziendali di grande portata, portali web con tantissimi visitatori, applicazioni mission-critical o esigenze particolari che richiedono un ambiente dedicato e altamente personalizzabile.
Cloud Hosting
Il cloud hosting è una forma moderna di hosting che sfrutta una piattaforma cloud invece di un singolo server fisico. In un ambiente cloud, le risorse informatiche sono distribuite su un cluster di server e allocate in modo flessibile al bisogno.
Ciò significa che il tuo sito non risiede su una singola macchina, ma su un’infrastruttura cloud composta da più server interconnessi: se un nodo del cluster diventa troppo carico o si guasta, il sistema sposta automaticamente carichi di lavoro su altri nodi, garantendo un’alta disponibilità. Dal punto di vista dell’utente, il cloud hosting consente di avere risorse scalabili in tempo reale: è possibile aggiungere CPU, RAM o storage con facilità, spesso pagando solo le risorse effettivamente utilizzate (modello pay-per-use).
I punti di forza del cloud hosting sono la grande elasticità e l’affidabilità. Questa soluzione è l’ideale per applicazioni che hanno carichi di lavoro variabili o imprevedibili, poiché può adattarsi rapidamente alla domanda senza interruzioni.
Anche la tolleranza ai guasti è superiore: grazie alla ridondanza del cluster, il malfunzionamento di un server non provoca il downtime del servizio. Un ulteriore vantaggio può essere la geodistribuzione: alcuni servizi cloud permettono di distribuire i contenuti su più data center in diverse aree geografiche, migliorando i tempi di risposta per utenti in regioni differenti.
Di contro, il cloud hosting può avere costi più elevati rispetto a soluzioni tradizionali se le risorse utilizzate crescono molto, e la struttura di prezzo a consumo può risultare complessa da prevedere. Inoltre, la gestione di un ambiente cloud richiede comunque competenze tecniche; sebbene molti provider offrano pannelli di controllo semplificati, sfruttare appieno le potenzialità del cloud può richiedere conoscenze specifiche di cloud computing e configurazione avanzata.
Cos’è l’Housing e come funziona
Con il termine housing (detto anche server housing o colocation) si indica un servizio tramite il quale un’azienda o un professionista colloca un proprio server all’interno dell’infrastruttura di un data center di un provider.
In altre parole, invece di tenere il server “in casa” (presso la propria sede), lo si ospita presso una server farm esterna dotata di tutti i sistemi professionali di alimentazione elettrica, connettività Internet e controllo ambientale. Il provider di housing mette a disposizione uno spazio fisico (ad esempio uno slot in un rack standard), la corrente elettrica necessaria, la connessione di rete, la climatizzazione e la sicurezza fisica (sistemi antincendio, controllo accessi, sorveglianza) affinché il server del cliente possa funzionare 24/7 in un ambiente ottimale.
La caratteristica distintiva dell’housing è che il server è di proprietà del cliente. Il cliente acquista o possiede già la macchina e la consegna al provider per l’installazione nel data center.
Da quel momento, la responsabilità della gestione del server a livello software rimane del cliente: sarà lui (o il suo reparto IT) ad occuparsi dell’installazione e configurazione del sistema operativo, della sicurezza applicativa, degli aggiornamenti e così via. Il provider normalmente si limita a garantire l’infrastruttura fisica e, in certi casi, può offrire servizi aggiuntivi di assistenza hardware (ad esempio intervenire per riavviare la macchina, sostituire componenti guasti forniti dal cliente, monitorare parametri di funzionamento di base).
Tuttavia, a differenza dell’hosting tradizionale, con l’housing il grosso della manutenzione e dell’amministrazione del server è a carico del cliente, che deve quindi avere competenze tecniche adeguate o personale qualificato.
L’housing è una soluzione rivolta tipicamente a aziende medio-grandi o enti con esigenze specifiche. Spesso viene scelta da chi dispone già di server propri utilizzati magari in sede (soluzioni on-premise) e desidera spostarli in un ambiente più sicuro e affidabile senza cedere il controllo dell’hardware.
Anche realtà che necessitano di configurazioni hardware particolari (ad esempio server con componenti custom, macchine per elaborazioni specialistiche, ecc.) possono optare per l’housing, in modo da poter utilizzare la propria infrastruttura personalizzata beneficiando al contempo della connettività e della sicurezza offerte da un data center professionale.
Housing di un Singolo Server
Molti provider offrono servizi di housing anche per un solo server. In questo caso il cliente affitta uno spazio per collocare una singola macchina all’interno di un rack condiviso del data center.
Tipicamente vengono offerti spazi modulabili: ad esempio housing per 1U o 2U (unità di rack, ossia l’altezza occupata nel rack), oppure mezz’armadio (mezza colonna rack) o altre soluzioni su misura. Con l’opzione base, si paga un canone mensile per ospitare un server con determinati limiti di consumo elettrico e banda Internet, e spesso sono inclusi servizi come indirizzi IP statici e una certa quantità di traffico dati mensile.
Questa formula permette anche a piccole realtà di beneficiare dell’ambiente di un data center professionale per il proprio server, pagando solo per lo spazio e i servizi effettivamente necessari per una singola macchina.
L’housing di un server singolo è ideale quando si ha una sola macchina da gestire ma non la si vuole (o può) tenere nei propri uffici. Può essere il caso di un’azienda che possiede un unico server per un gestionale o un sito aziendale e preferisce affidarne l’hosting fisico a un provider, in un ambiente sicuro e connesso H24.
Tra i vantaggi di questa formula c’è sicuramente la riduzione dei costi rispetto a soluzioni più estese: si paga un affitto proporzionato allo spazio occupato e alle risorse effettivamente consumate, senza investire in infrastrutture più grandi del necessario. Di contro, va considerato che se in futuro i server diventano più di uno, avere macchine sparse in housing singoli potrebbe risultare meno comodo da gestire e meno conveniente rispetto a passare a un housing di livello superiore (come un rack dedicato).
Housing di Più Server (Rack dedicato)
Quando le esigenze superano il singolo server, le aziende possono optare per soluzioni di housing più ampie, ad esempio il noleggio di un rack dedicato intero (tipicamente 42U di spazio) all’interno del data center, oppure di una porzione significativa di esso (un quarto o metà rack).
In questo caso il cliente può installare più server ed eventualmente altre apparecchiature di rete (switch, firewall hardware, storage dedicati) nel proprio armadio rack privato. Il provider riserva quello spazio esclusivamente al cliente, fornendo alimentazione elettrica adeguata (spesso con un limite di assorbimento più alto rispetto al singolo server), connettività potenziata e servizi aggiuntivi come connettività ridondata, un maggior numero di IP, ecc.
Dal punto di vista logistico, avere un rack dedicato consente di gestire un’infrastruttura completa mantenendo un controllo centralizzato: tutti i propri server sono fisicamente vicini e interconnessi all’interno dello stesso armadio, il che semplifica cablaggi e configurazioni interne.
L’housing su rack dedicato è indicato per data center privati su piccola scala: aziende che dispongono di diversi server e necessitano di alloggiarli in un ambiente sicuro senza dover costruire una server room interna. In termini di costo, affittare un rack intero risulta più conveniente (rapporto costo/macchina) rispetto a pagare molti singoli spazi separati: si beneficia di economie di scala, ottenendo un prezzo migliore per unità di spazio e spesso condizioni più vantaggiose su traffico e servizi inclusi.
Naturalmente, investire in un rack dedicato ha senso solo se si prevede di riempirne una buona parte con le proprie apparecchiature; diversamente si finirebbe per pagare capacità inutilizzata. Questa soluzione rimane comunque onerosa in termini assoluti e destinata a chi ha un parco server importante o necessità di elevata scalabilità orizzontale (cioè la possibilità di aggiungere facilmente nuove macchine).
Inoltre, la gestione di più server in housing richiede strutture organizzative e competenze proporzionate: occorre essere in grado di manutenere diversi sistemi e monitorare un’infrastruttura più complessa, con tutto ciò che ne consegue in termini di backup, sicurezza e aggiornamenti.
Vantaggi dell’Housing
Il principale punto di forza dell’housing è la piena libertà e il controllo totale sull’infrastruttura server. Poiché la macchina è di proprietà del cliente, egli può configurarla a piacimento, scegliendo l’hardware (CPU, RAM, dischi, periferiche) e il software (sistema operativo, applicativi, configurazioni) più adatti alle proprie necessità, senza i vincoli imposti da un provider su ambienti condivisi.
Questa flessibilità permette di ottenere prestazioni ottimizzate per carichi di lavoro specifici e di implementare politiche di sicurezza personalizzate. Un altro vantaggio è che si beneficia delle strutture avanzate del data center (alimentazione elettrica protetta, condizionamento, connettività ad alta velocità, sistemi anti-incendio, ecc.) pur mantenendo la proprietà dell’hardware.
Per aziende con un parco server numeroso, l’housing può risultare vantaggioso anche in termini di costi unitari: acquistare direttamente i propri server e collocarli in un rack dedicato può, sul lungo periodo, essere più economico che affittare molte macchine dedicate dal provider, perché si evita il margine di ricarico sui noleggi e si ammortizza l’investimento hardware in più anni. Inoltre, dal punto di vista della privacy e del controllo dei dati, alcuni preferiscono avere i propri server fisici per garantire che i dati critici risiedano su macchine esclusivamente dedicate e sotto il proprio diretto controllo.
Svantaggi dell’Housing
Nonostante i notevoli vantaggi, l’housing presenta anche diversi svantaggi e criticità da valutare. Anzitutto i costi iniziali: il cliente deve farsi carico dell’acquisto dei server e delle eventuali apparecchiature accessorie (richiedendo un investimento di capitale spesso importante), a cui si aggiunge il canone mensile di housing che, per macchine di fascia alta o per spazi dedicati, può essere elevato.
In secondo luogo, la gestione operativa richiede competenze specialistiche: è necessario disporre di personale tecnico in grado di amministrare i server, monitorarne lo stato, applicare patch di sicurezza, occuparsi di backup e intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamenti.
Per realtà più piccole, dover avere un sistemista dedicato può risultare oneroso. Anche la manutenzione hardware ricade sul cliente: se un componente del server si guasta, spetta al proprietario fornire la sostituzione e coordinarsi col provider per l’intervento (a meno di non aver sottoscritto costosi contratti di assistenza avanzata).
Un altro limite è la scalabilità meno immediata: per aumentare le risorse a disposizione occorre aggiungere nuovi componenti o nuovi server fisici, operazioni che richiedono tempo e pianificazione, a differenza di un ambiente cloud o di hosting dove spesso basta un upgrade istantaneo del piano. Infine, bisogna considerare il ciclo di vita dell’hardware: i server invecchiano e dopo alcuni anni potrebbero diventare obsoleti o meno affidabili, costringendo l’azienda a investire nuovamente in nuove macchine.
In sintesi, l’housing è una soluzione potente ma impegnativa, consigliabile solo quando si dispone delle risorse economiche e tecniche per gestirla adeguatamente e quando i benefici superano chiaramente i costi e i rischi.
Confronto tra Hosting e Housing
Dopo aver analizzato separatamente le caratteristiche di hosting e housing, è utile mettere a confronto le due soluzioni su alcuni aspetti chiave.
Entrambe le opzioni permettono di pubblicare online siti web e applicazioni, ma lo fanno con approcci molto differenti che comportano vantaggi e svantaggi specifici. In breve, l’hosting offre semplicità e gestione delegata al provider, mentre l’housing offre massima autonomia ma richiede più risorse e competenze da parte dell’utente. La scelta dipenderà da cosa si privilegia e dalle necessità specifiche del progetto.
I Costi di hosting e housing
Dal punto di vista economico, le differenze tra hosting e housing sono significative. Con un servizio di hosting, soprattutto nelle formule condivise, l’investimento iniziale è praticamente nullo: si paga un canone periodico (mensile o annuale) al provider per il pacchetto scelto e si ottengono le risorse necessarie senza dover acquistare hardware.
Anche soluzioni più avanzate come VPS, server dedicati o cloud prevedono comunque costi ricorrenti ma non richiedono di possedere fisicamente i server. L’housing, invece, comporta un costo iniziale elevato, poiché bisogna acquistare i server (e all’occorrenza altri apparati) a proprio carico.
A questo si aggiunge il canone di colocation presso il data center, in genere calcolato in base allo spazio occupato (U di rack o interi rack) e ai consumi di energia e banda. Per piccoli progetti o startup, l’hosting risulta quasi sempre la scelta più economica.
L’housing può diventare vantaggioso solo in scenari di grande scala o esigenze molto particolari, dove l’investimento in hardware proprio viene ammortizzato nel tempo e giustificato da prestazioni o configurazioni che sarebbero impossibili (o molto costose) con un servizio di hosting tradizionale.
Flessibilità e Controllo
In termini di flessibilità, intesa come libertà di configurazione e controllo sull’ambiente, l’housing è nettamente superiore all’hosting. Con un servizio di hosting (specialmente se condiviso o gestito) l’utente ha margini di manovra limitati: non può intervenire sulle configurazioni di sistema oltre a quanto consentito dal pannello di controllo, non può installare liberamente software di sistema non supportati e deve adattarsi alle impostazioni decise dal provider per garantire la stabilità condivisa.
Anche scegliendo un VPS o un server dedicato in hosting, si ha certamente più controllo (accesso root, scelta del sistema operativo tra quelli disponibili, ecc.), ma si è comunque vincolati all’infrastruttura del provider e ai tipi di hardware che esso offre.
Con l’housing, invece, la libertà è massima: essendo proprietario del server, il cliente può scegliere qualsiasi componente hardware compatibile e installare qualunque software o sistema operativo che soddisfi i suoi requisiti, senza restrizioni imposte da terzi.
Si ha il pieno controllo di ogni aspetto, dal firewall alle politiche di backup, potendo costruire un’infrastruttura su misura. Questa flessibilità, però, ha come rovescio della medaglia la maggiore complessità di gestione: tutta la responsabilità di configurare correttamente il sistema ricade sull’utente. In sintesi, se l’obiettivo è la personalizzazione totale e si hanno le capacità tecniche per gestirla, l’housing offre ciò che l’hosting non può dare; se invece si preferisce una soluzione già pronta e ci si vuole occupare solo di applicazioni e contenuti, l’hosting è più indicato.
Sicurezza
La sicurezza va considerata su due fronti: quella fisica (infrastrutturale) e quella applicativa. Per quanto riguarda la sicurezza fisica, sia hosting che housing beneficiano dell’ambiente protetto di un data center professionale: locali sorvegliati, accessi controllati, alimentazione elettrica ridondante, sistemi anti-incendio, ecc.
Da questo punto di vista non vi sono differenze sostanziali, poiché il provider garantisce standard elevati per entrambe le soluzioni. Le differenze emergono invece sul piano della sicurezza informatica e della gestione dei sistemi.
Nei servizi di hosting, soprattutto condiviso e managed, gran parte degli aspetti di sicurezza (aggiornamenti del sistema, applicazione di patch, firewall di rete, monitoraggio) sono curati dal provider.
L’utente si trova in un ambiente preconfigurato dove misure come antivirus, antimalware e backup automatizzati spesso sono inclusi o comunque predisposti dal fornitore, riducendo il rischio di configurazioni errate.
Con l’housing, la responsabilità della sicurezza software ricade quasi interamente sul cliente. Spetta all’amministratore del server assicurarsi che il sistema operativo e i programmi installati siano aggiornati e correttamente configurati, che vengano implementate protezioni come firewall applicativi, sistemi di intrusion detection, crittografia dei dati sensibili, politiche di backup regolari e così via.
Se da un lato l’utente ha piena libertà di adottare le soluzioni di sicurezza che preferisce, dall’altro questa libertà richiede competenza e impegno: una configurazione non ottimale può lasciare il server vulnerabile ad attacchi informatici.
In sintesi, l’hosting offre un livello di sicurezza “di base” gestito dal provider, adatto a chi non ha personale specializzato, mentre l’housing permette un livello di sicurezza personalizzabile e potenzialmente più elevato, ma solo se il cliente è in grado di implementarlo correttamente.
Manutenzione e Supporto
Un altro elemento di confronto importante è la manutenzione e il supporto tecnico necessari per tenere in esercizio i server. Nel caso dell’hosting, gran parte della manutenzione infrastrutturale è coperta dal provider: aggiornamenti hardware, sostituzione di componenti guasti, monitoraggio dell’infrastruttura, sicurezza di base e talvolta aggiornamenti del sistema operativo (per soluzioni gestite) sono responsabilità del fornitore.
L’utente non deve preoccuparsi di questi aspetti “di basso livello” e può concentrarsi sulla gestione del proprio sito o applicazione. Inoltre, i servizi di hosting includono di solito un supporto tecnico dedicato: in caso di problemi con il server o disservizi, il cliente può aprire un ticket o contattare l’assistenza del provider, che interverrà per risolvere l’anomalia. Questo significa meno oneri operativi e più tranquillità per chi non ha un reparto IT interno.
Nell’housing, la situazione è opposta: la manutenzione del server e la risoluzione di eventuali problemi sono principalmente a carico del cliente. Se il server smette di funzionare, sarà il proprietario a dover diagnosticare se si tratta di un guasto hardware o di un problema software, e a prendere le misure correttive.
Il provider che ospita il server generalmente offre solo un supporto limitato per l’hardware (ad esempio, può effettuare un restart su richiesta o segnalare anomalie evidenti), ma non interviene sulla configurazione del sistema. Alcune aziende offrono servizi di smart hands o assistenza avanzata in housing, ma si tratta di extra a pagamento.
In pratica, scegliere l’housing significa assumersi direttamente l’onere della manutenzione ordinaria e straordinaria dei propri server. Chi opta per questa soluzione deve quindi avere un supporto tecnico interno o un amministratore di sistema di fiducia su cui contare, altrimenti il rischio è di non riuscire a gestire efficacemente eventuali guasti o emergenze.
Scalabilità
La scalabilità indica la capacità di far crescere (o diminuire) le risorse a disposizione in base alle necessità. Anche su questo fronte l’hosting e l’housing presentano differenze marcate. Con i servizi di hosting, soprattutto nelle soluzioni cloud o VPS, scalare è relativamente semplice: spesso basta passare a un piano superiore (upgrade) per ottenere più CPU, RAM, spazio web e banda, e in ambiente cloud alcune piattaforme permettono addirittura l’auto-scaling dinamico in tempo reale.
Questo consente a un progetto web di iniziare in piccolo e crescere gradualmente senza doversi preoccupare dell’infrastruttura fisica sottostante: sarà il provider ad allocare server più potenti o istanze aggiuntive quando servono, talvolta senza interruzioni significative del servizio.
Nell’housing, la scalabilità è principalmente verticale (potenziare un server aggiungendo componenti o sostituendolo con uno più potente) oppure orizzontale (aggiungere nuovi server all’infrastruttura). In entrambi i casi richiede pianificazione e investimenti: se il carico di lavoro aumenta, bisogna procurarsi hardware aggiuntivo (acquistare nuovi server o upgrade per quelli esistenti) e installarlo fisicamente nel data center, con tempi di implementazione che possono essere di giorni o settimane.
Non è possibile ottenere risorse extra con pochi clic come avviene con il cloud; pertanto, l’housing risulta meno elastico di fronte a variazioni improvvise di traffico. Va detto che, a livello di progettazione, un’azienda può predisporre l’infrastruttura in housing pensando alla futura crescita (ad esempio acquistando un chassis modulare con slot liberi, prevedendo uno spazio rack aggiuntivo, ecc.), ma ciò comporta costi anticipati.
In sintesi, l’hosting offre una scalabilità più immediata e pratica, mentre l’housing richiede capacità previsionale e investimenti maggiori per poter scalare in modo efficace.
Quale scegliere tra Hosting e Housing?
Alla luce di quanto esposto, come decidere tra hosting e housing per il proprio progetto? Non esiste una risposta valida per tutti: la scelta dipende dalle esigenze specifiche, dal budget e dalle risorse (anche umane) di cui si dispone.
In generale, per chi sta muovendo i primi passi online – come molte startup, piccole imprese, liberi professionisti o sviluppatori web freelance – l’hosting rappresenta nella maggior parte dei casi la soluzione più pratica ed economica.
L’housing si rivolge invece a situazioni più particolari, spesso di livello enterprise o comunque a progetti che richiedono un controllo totale sull’infrastruttura e possono sostenere costi e complessità maggiori.
In linea di massima, se non si hanno necessità fuori dall’ordinario o competenze sistemistiche interne, conviene orientarsi sull’hosting; l’housing va considerato solo quando i requisiti del progetto lo rendono davvero indispensabile.
Quando conviene l’Hosting
Scegli il web hosting tradizionale se hai bisogno di mettere online uno o più siti in modo rapido e senza complicazioni. L’hosting è indicato quando:
- Budget e risorse sono limitati: i costi contenuti dell’hosting (soprattutto condiviso) permettono di partire con un investimento minimo;
- Non si dispone di un team tecnico dedicato: il provider si occupa della gestione tecnica, quindi anche chi non è esperto di server può amministrare un sito tramite interfacce semplici e pannelli guidati;
- Il progetto rientra nei parametri di un ambiente standard: la maggior parte dei siti web (blog, siti vetrina, e-commerce di piccole/medie dimensioni, applicazioni web comuni) funziona benissimo su piani hosting condivisi, VPS o servizi cloud senza bisogno di hardware personale;
- Si necessita di scalabilità facile: se prevedi che il traffico possa crescere col tempo, con l’hosting potrai passare a soluzioni superiori (VPS, dedicati o cloud più potenti) man mano che serve, senza doverti occupare direttamente degli aspetti infrastrutturali;
- Si vuole ridurre la complessità operativa: con l’hosting puoi concentrarti sui contenuti, sullo sviluppo del sito e sul tuo business, lasciando al provider incombenze come aggiornamenti di sistema, patch di sicurezza e monitoraggio dei server (specialmente scegliendo piani gestiti);
In tutti questi casi l’hosting offre un equilibrio ottimale tra costo, facilità d’uso e prestazioni adeguate. È la scelta preferibile per la stragrande maggioranza di piccoli e medi progetti web, dove la priorità è l’affidabilità e la semplicità piuttosto che la personalizzazione estrema dell’ambiente server.
Quando conviene l’Housing
Il server housing diventa una scelta sensata in scenari più specifici, nei quali i benefici superano chiaramente gli svantaggi in termini di costi e complessità. Considera l’opzione housing se:
- Hai esigenze di personalizzazione hardware/software impossibili da soddisfare con i normali piani di hosting. Ad esempio, ti servono configurazioni di sistema particolari, macchine con hardware custom (come GPU specializzate o altri dispositivi) o ambienti di sviluppo/test con settaggi fuori standard;
- La tua applicazione richiede prestazioni estreme su hardware dedicato, o un livello di controllo tale da non poter essere garantito in ambienti condivisi. (Esempi: basi di dati di grandi dimensioni ad alto volume, sistemi di calcolo scientifico intensivo, servizi finanziari con latenze molto basse, ecc.);
- Disponi già di server di proprietà (magari usati finora internamente) e vuoi sfruttare un data center esterno per migliorarne l’affidabilità e la connettività, mantenendo però la proprietà e il controllo delle macchine;
- La tua organizzazione (tipicamente enterprise o ente pubblico) ha requisiti di sicurezza o conformità normativa che impongono un controllo diretto sui server e sui dati. In alcuni settori è preferibile (o obbligatorio) utilizzare server di proprietà per garantire la conformità a policy interne o a leggi sulla protezione dei dati;
- Hai un team tecnico qualificato e risorse sufficienti per gestire direttamente l’infrastruttura. Senza competenze solide, affrontare un progetto in housing sarebbe troppo rischioso: è una strada percorribile solo se puoi contare su sistemisti esperti;
- Il rapporto costo/beneficio è favorevole su larga scala: se hai bisogno di decine di server, investire in hardware proprio e collocarlo in housing può risultare più economico nel lungo termine rispetto a noleggiare lo stesso numero di server dedicati dal provider, ammortizzando la spesa iniziale nel tempo;
In sintesi, l’housing va scelto quando si ha una necessità reale di controllo e performance che le soluzioni di hosting non riescono a soddisfare, e al contempo si hanno le capacità (economiche e tecniche) per gestire questa autonomia. Per la maggior parte degli altri casi d’uso, l’hosting rimane la soluzione più semplice, veloce da attivare e sostenibile dal punto di vista dei costi.