Cosa Sono le Estensioni di Dominio? Guida completa 2025

In questa introduzione definiamo cosa sono le estensioni di dominio nell’architettura del Domain Name System (DNS). Un’estensione di dominio è la parte finale di un nome di dominio (URL) che segue l’ultimo punto. Ad esempio, in esempio.com l’estensione è .com.

Questo livello superiore è chiamato anche dominio di primo livello o TLD (Top-Level Domain). Nel sistema DNS gerarchico, il livello radice (root) contiene i TLD come .com, .org, .net o .it, e ogni TLD raggruppa i nomi di dominio registrati sotto di esso. In altre parole, le estensioni di dominio categorizzano i nomi in base alla loro tipologia (commerciale, geografica, istituzionale, ecc.) e aiutano il DNS a instradare le richieste internet al server corretto. Le estensioni di dominio sono quindi un elemento fondamentale nell’indirizzamento di rete e nel funzionamento complessivo di Internet.

Definizione di estensione di dominio e TLD

In termini semplici, un’estensione di dominio è la stringa di lettere (o caratteri) che compare dopo l’ultimo punto di un URL. Nel dominio nosiosito.it, per esempio, l’estensione è “.it”. Nel gergo tecnico, questo corrisponde al dominio di primo livello (TLD).

Il nome di dominio completo si compone di uno o più livelli: il TLD (come .com o .net) è il livello più alto, seguito dal dominio vero e proprio (come google in google.com) e eventuali sottodomini (come blog.esempio.com). È importante capire che il TLD è la parte meno personalizzata del nome di dominio: indica principalmente la categoria o l’ambito del sito web. Ad esempio, .it è riservato ai siti legati all’Italia, .edu agli istituti educativi statunitensi, .gov alle istituzioni governative USA, mentre .com nasce per i siti “commerciali”.

Oggi queste regole sono spesso superate dalle pratiche reali, ma in origine ogni TLD aveva uno scopo preciso. Nel nostro discorso, evidenziamo che TLD, nome di dominio e dominio di primo livello sono termini chiave per comprendere le estensioni.

Aggiungiamo inoltre che il dominio Internet indica l’intero indirizzo (es. example.com), dove l’estensione è appunto il TLD. Infine, ricordiamo che termini come DNS (Domain Name System) e registrazione dominio sono strettamente collegati: per attivare un dominio web dobbiamo registrarlo presso un registrar autorizzato, scegliendo sia il nome (es. iltuositonome) sia l’estensione (es. .com o .it).

Il DNS e la struttura gerarchica dei domini

Il DNS (Domain Name System) è il sistema che traduce i nomi di dominio (testuali) in indirizzi IP numerici. Grazie al DNS, quando digitiamo “www.esempio.com” il nostro browser trova l’indirizzo IP corrispondente.

In questo sistema il dominio di primo livello (TLD) svolge un ruolo centrale. Ogni TLD ha un server autorevole dedicato che elenca i nomi di dominio registrati sotto di esso. Ad esempio, il TLD .com dispone di server che sanno quali sono tutti i nomi terminanti in .com. Quando un utente richiede un dominio, il DNS consulta dapprima i server della zona radice (root) che reindirizzano al TLD giusto, poi al server autorevole specifico del dominio stesso. In sostanza, il DNS è organizzato a livelli: in cima c’è la radice invisibile rappresentata da “.” (punto), subito sotto ci sono i vari TLD (come .com, .net, .org), e infine i domini di secondo livello (e sottodomini).

Questa struttura piramidale è illustrata nella figura 1. La nostra analisi sottolinea l’importanza delle estensioni di dominio nel DNS: assegnando il giusto TLD univocamente si indica in quale “ramo” del sistema DNS cercare il dominio desiderato. In altre parole, l’estensione guida i server DNS alla porzione corretta dell’albero dei nomi, garantendo che le richieste web raggiungano il sito corretto.

Gestione delle estensioni: ICANN e registrazione dominio

La gestione globale delle estensioni di dominio è affidata all’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers), l’organizzazione che supervisiona le politiche per i nomi di dominio e la gestione del DNS.

ICANN opera tramite la sua divisione tecnica IANA (Internet Assigned Numbers Authority) per definire nuovi TLD e assegnare i codici paese (ccTLD). Ogni estensione di dominio è quindi sotto la responsabilità di un registro specifico (registry), che ne cura il database e le regole di registrazione.

Per esempio, Verisign gestisce il registro di .com e .net a livello globale. Quando vogliamo registrare un dominio, ci rivolgiamo a un registrar accreditato (come provider di servizi di registrazione), selezionando un nome e un’estensione disponibili. La registrazione copre di solito un anno (rinnovabile) e associa il nome scelto all’estensione scelta.

In questo passaggio è essenziale scegliere bene l’estensione in base all’ambito del sito: il registrar mostrerà quali TLD sono disponibili per l’acquisto. Inoltre alcune estensioni (specialmente i ccTLD) possono avere regole particolari: alcune richiedono un indirizzo locale o un’entità registrata nel paese, mentre altre sono aperte a tutti. In generale, dunque, il processo di registrazione dominio dipende dall’ICANN che definisce le regole globali, dai singoli registry che controllano ciascun TLD e dai registrar che vendono i domini ai clienti finali. Questa catena assicura che ogni nome di dominio con la sua estensione sia univoco a livello mondiale e valido nel DNS.

Principali tipi di estensioni di dominio

Vediamo quindi le diverse categorie di estensioni di dominio attualmente disponibili. Globalmente esistono migliaia di TLD, ma possiamo raggrupparli in alcune grandi famiglie. Innanzitutto ci sono i gTLD (generic Top-Level Domain), estensioni generiche non geolocalizzate, ad esempio .com, .org, .net, .info, .biz, .edu, .gov.

Queste estensioni sono aperte a chiunque (tranne quelle sponsorizzate come .edu e .gov riservate rispettivamente a istituzioni educative e governative statunitensi). Accanto ai gTLD troviamo i ccTLD (country code Top-Level Domain), cioè domini con codice paese a due lettere. Ogni Stato o territorio ha il proprio ccTLD: ad esempio .it per l’Italia, .de per la Germania, .co.uk per il Regno Unito (biset di due livelli), .jp per il Giappone, .br per il Brasile, .ru per la Russia, e così via.

Le estensioni geografiche legano il dominio a una nazione, spesso creando fiducia negli utenti locali. Terzo tipo sono i sTLD (Top-Level Domain sponsorizzati): si tratta di estensioni gestite da entità specifiche con regole particolari. Gli esempi principali sono .mil (riservato all’esercito degli Stati Uniti), .edu (riservato alle università riconosciute USA) e .gov (per i governi USA).

Esistono sTLD anche per categorie culturali e professionali, come .museum (per i musei), .cat (per contenuti in lingua catalana) o .jobs (per annunci di lavoro). Infine ricordiamo le nuove estensioni generiche, introdotte di recente con i programmi di espansione dei TLD: si parla anche di nuovi gTLD o nTLD. Dopo il 2013 ICANN ha lanciato centinaia di nuove estensioni (perlopiù generiche o a tema) come .app, .blog, .shop, .xyz, .tech, .online, .food, .hotel, ecc.

Queste offerte ampliano le possibilità di branding sul web: aziende e professionisti possono registrare nomi unici con estensioni descrittive, come ristorante.food o viaggi.online. Nel complesso, quindi, le estensioni di dominio si dividono in: generiche (gTLD), geografiche (ccTLD), sponsorizzate (sTLD) e nuove generiche (nTLD). Ognuna di queste categorie ha caratteristiche di registrazione e usi diversi, e noi le analizziamo in dettaglio nelle sezioni seguenti.

gTLD (Top-Level Domain generici)

I gTLD sono le estensioni generiche più conosciute, inizialmente pensate per scopi specifici ma oggi libere per tutti. In questa categoria rientrano, per esempio, .com (commercial), .org (organization), .net (network), .info (informazione), .biz (business), .name (nomi personali), .pro (professionale), e molti altri.

In passato .com era destinato alle attività commerciali, .org alle organizzazioni non-profit, e .net alle reti tecnologiche: oggi però chiunque può registrare un dominio in queste estensioni senza restrizioni (fatta eccezione per .gov e .edu che sono gTLD sponsorizzati limitati). Negli ultimi anni l’ICANN ha anche aperto a nuove registrazioni di gTLD personalizzati, permettendo a brand e comunità di creare estensioni come .google, .toyota o .nyc.

Inoltre esistono molti gTLD “tematici” sorti con i nuovi programmi, come .digital, .blog, .music, .photography e via dicendo. In sintesi, scegliamo un gTLD quando vogliamo un indirizzo generico e riconoscibile globalmente: ad esempio, molte imprese e startup puntano sul .com per la sua universalità. Tuttavia, con l’aumento delle nuove estensioni disponibili, il termine “gTLD” include ora sia le storiche estensioni generiche tradizionali sia le nuove estensioni di marca e di nicchia.

ccTLD (Codice Paese)

I ccTLD sono identificativi nazionali: ogni nazione o territorio del mondo ha un’estensione con il suo codice ISO a due lettere. Ad esempio .it (Italia), .uk (Regno Unito), .de (Germania), .fr (Francia), .cn (Cina), .jp (Giappone), .br (Brasile), .ru (Russia) e così via. Alcuni paesi hanno ccTLD composti da due livelli, come .co.uk o .gov.uk per il Regno Unito.

Queste estensioni vengono gestite dall’autorità locale del dominio (Nominet nel caso del Regno Unito, CIRA per il Canada con .ca, ecc.). I ccTLD sono spesso usati per indicare chiaramente il mercato di riferimento di un sito: un dominio .it comunica agli utenti italiani e ai motori di ricerca che il sito è italiano, migliorando la localizzazione. Molti consumatori trovano inoltre più affidabili i siti con un’estensione nazionale.

È importante sapere che le regole di registrazione variano: alcuni ccTLD (come .it o .fr) sono aperti a chiunque, mentre altri (come .us o .kr) possono avere restrizioni (ad esempio richiedere un indirizzo locale). Inoltre, alcune estensioni sono diventate popolari per usi alternativi: per esempio, .io è tecnicamente il ccTLD del Territorio britannico dell’Oceano Indiano ma è molto usato da startup tecnologiche; lo stesso dicasi per .co (Colombia) usato come abbreviazione di “company”. In generale, i ccTLD sono ottimi se il tuo pubblico è geograficamente definito o se vuoi puntare a un mercato nazionale specifico.

sTLD (Top-Level Domain sponsorizzati)

Gli sTLD sono TLD che servono comunità specifiche e sono gestiti da enti sponsor. A differenza dei gTLD, gli sTLD hanno politiche rigide e veti su chi può registrare. I più noti sono .edu (riservato alle università accreditate negli USA) e .mil (riservato all’esercito degli Stati Uniti).

Alcune estensioni sponsorizzate internazionali includono .int (organizzazioni internazionali), .aero (settore aerospaziale), .museum (musei), .jobs (annunci di lavoro), .cat (contenuti in lingua catalana) e .travel (settore viaggi). Ad esempio, solo università riconosciute statunitensi possono ottenere un dominio .edu, e solo musei riconosciuti possono avere un .museum. L’idea degli sTLD è garantire che l’estensione mantenga rilevanza e fiducia per la comunità di riferimento.

Nel registrare un dominio con TLD sponsorizzato, normalmente bisogna fornire documentazione che si appartiene all’ente o alla categoria specifica. Per la maggior parte delle aziende e dei privati, gli sTLD non sono accessibili, per cui queste estensioni rappresentano nicchie molto specialistiche.

Nuove estensioni generiche (nTLD)

Con i programmi di espansione dei domini di primo livello, ICANN ha introdotto centinaia di nuovi gTLD (chiamati anche nTLD o new gTLD). Queste nuove estensioni di dominio non sono né legate a un paese né a uno sponsor governativo; si tratta di TLD generici a tema o di marca. Alcuni esempi sono: .app, .blog, .shop, .tech, .hotel, .news, .social e molti altri. Sono nTLD anche le estensioni di aziende o luoghi, come .microsoft, .paris, .amazon.

Il nostro punto di vista è che queste opzioni ampliano notevolmente le scelte creative: un’attività può scegliere un nTLD descrittivo per rafforzare il proprio brand (per esempio, ristorante.food, negozio.shop o agenzia.travel). Va considerato però che molti utenti possono non riconoscere subito queste estensioni se sono molto nuove, e non tutte sono ancora popolari.

Inoltre, poiché ogni nTLD è gestito da chi l’ha creato, i prezzi di registrazione possono essere più elevati e le regole differenti. In ogni caso, includiamo i nTLD perché rappresentano una categoria di TLD in crescita, permettendo di avere indirizzi web altamente personalizzati.

Come scegliere la migliore estensione per il proprio sito

Dopo aver visto le tipologie di TLD, ci chiediamo: come scegliamo l’estensione più adatta per il nostro sito web o business online? La risposta dipende da diversi fattori: il settore di attività, il pubblico a cui ci rivolgiamo, gli obiettivi di marketing e SEO, nonché l’immagine di marca che vogliamo trasmettere.

Innanzitutto consideriamo il settore e il target. Se gestiamo un’attività locale o nazionale (per esempio un negozio in Italia), un ccTLD come .it potrebbe essere la scelta più indicata: comunica sin da subito la connotazione geografica e ispira fiducia ai clienti locali. Se invece il business è globale o di natura molto generica, preferiamo gTLD come .com, ormai visti come standard internazionale. Inoltre, alcune estensioni possono rafforzare il messaggio del brand: un’agenzia di viaggi potrebbe puntare su .travel, una startup tecnologica su .io o .tech, mentre un sito associativo userebbe .org.

Non dobbiamo trascurare l’obiettivo SEO. In generale, Google non favorisce un TLD rispetto a un altro in termini assoluti; tuttavia, un ccTLD funziona da segnale geografico molto forte. Un sito con estensione .it sarà geotargettato automaticamente sull’Italia nelle ricerche; con un .com serve impostare manualmente le preferenze geografiche negli strumenti webmaster. In sintesi, se vogliamo visibilità principalmente in un paese, il ccTLD ha un leggero vantaggio SEO locale.

Tuttavia, la buona visibilità dipende soprattutto dai contenuti di qualità e dai link al dominio, non dall’estensione in sé. Tenendo presenti fiducia e branding, dovremmo scegliere un’estensione coerente con il posizionamento di mercato. Ad esempio, un marchio di lusso potrebbe evitare estensioni troppo “modaioli” (come .ninja o .xyz) e preferire un .com pulito. Al contrario, un servizio giovane e creativo potrebbe sfruttare un TLD insolito per distinguersi (pensiamo a campagne marketing come company.uno o web.agency).

Infine, valutiamo sempre la disponibilità e i costi: a volte il dominio ideale .com non è libero e conviene guardare valide alternative simili (.net, .co, .eu) o puntare su nuove estensioni. In ogni caso, noi consigliamo di bilanciare brand identity, pubblico di riferimento e strategia SEO: un nome di dominio memorabile, breve e con un TLD riconosciuto sarà generalmente la scelta migliore.

Settore di attività e target di mercato

La nostra analisi parte dal considerare il settore aziendale. Alcune estensioni si prestano naturalmente a determinati mercati. Per esempio, le aziende tecnologiche e startup apprezzano spesso .io (storicamente ccTLD di un territorio oceanico, ora associato alle tech company) o .tech.

Negozi online possono sfruttare .shop o .store per indicare subito l’attività commerciale. Nel mondo del non-profit, .org è storicamente il punto di riferimento. Un sito di consulenza legale può affidarsi a .law (dove esiste) o semplicemente .it/.com, puntando sulla semplicità. In pratica, se il nostro business è partito da un’idea specifica (un blog di viaggi, un evento, una comunità), possiamo usare un gTLD tematico che parli da solo. Tuttavia occorre attenzione: usare estensioni troppo di nicchia rischia di apparire forzato o poco professionale a un pubblico generico.

Passiamo quindi al target di pubblico: la scelta dipende anche dall’audience geografica e linguistica. Se ci rivolgiamo a utenti italiani, un .it darà senso di italianità; per un pubblico anglofono internazionale, .com è più familiare. Se il target è internazionale ma con forte presenza in un’area, si può avere entrambi: per esempio azienda.com per il mercato globale e azienda.it per l’Italia. In termini di marketing, il TLD scelto fa parte del brand. Ricordiamo sempre che il dominio è il primo impatto con l’utente: un’estensione ben selezionata può rafforzare il messaggio aziendale o la nicchia servita.

Ottimizzazione SEO e localizzazione

Dal punto di vista SEO, l’estensione di dominio non è un fattore di ranking diretto nelle ricerche generali, ma può influire sulla localizzazione.

Google conferma che i ccTLD sono un chiaro segnale di geotarget: un sito con .fr verrà preferito in Francia. Questo significa che scegliere un ccTLD locale migliora automaticamente la visibilità sui motori di ricerca in quel paese, a costo però di perdere visibilità internazionale (se cerchiamo di posizionarci anche altrove). Con i gTLD generici, al contrario, dobbiamo impostare manualmente il target geografico tramite gli strumenti di Google o puntare su sottocartelle locali (es. dominio.com/it/). Oltre a questo, noi segnaliamo che i TLD generici come .com non penalizzano il SEO mondiale, quindi sono neutri e sicuri per visibilità globale.

È importante anche notare che i motori di ricerca valutano i contenuti e la struttura più dell’estensione: un buon sito in .it può posizionarsi bene anche fuori dall’Italia se ha contenuti in altre lingue e backlink internazionali. Riassumendo, per il SEO locale il ccTLD offre un piccolo vantaggio, mentre per il SEO globale è più importante la strategia di contenuti e i fattori on-page/on-site. Infine, bisogna pensare a come gli utenti percepiscono l’estensione nei risultati di ricerca: estensioni ben note (.com, .org, .net) ispirano fiducia e clic, mentre estensioni nuove o curiose potrebbero scoraggiare chi non le conosce. Scegliere un TLD che il nostro target riconosce e su cui si fida può indirettamente migliorare il CTR nei risultati.

Importanza delle estensioni per branding, fiducia e localizzazione

Le estensioni di dominio giocano un ruolo chiave anche fuori dal puro aspetto tecnico: influenzano la percezione del brand, la credibilità e l’identità geografica.

Branding e riconoscibilità

Dal punto di vista del marketing, l’estensione è parte integrante del nome di dominio e quindi del marchio online. Un dominio come nosiazienda.it o nosiazienda.com non è semplicemente un indirizzo: è il nome del nostro brand su Internet. Scegliere un’estensione coerente con l’attività può rafforzare l’identità del brand. Ad esempio, una piattaforma di apprendimento potrebbe usare .academy o .education per sottolineare la sua missione.

Il TLD può diventare distintivo (pensa a example.io per uno startero tech) oppure neutro (.com rimane il simbolo di professionalità e universalità). Nel branding, è fondamentale che il dominio sia facile da ricordare e da pronunciare: una buona estensione aiuta a rendere il nome più breve o più chiaro. Inoltre, estensioni come .com hanno un grande valore di marca perché hanno connotazioni positive (stabilità, affidabilità). In generale, il dominio scelto costituisce la vetrina del marchio in rete; per questo noi raccomandiamo di valutarlo attentamente come parte del brand stesso.

Fiducia e sicurezza

La scelta dell’estensione incide anche sulla fiducia degli utenti. TLD storici e noti (.com, .org, .net, .it, ecc.) sono maggiormente percepiti come affidabili, poiché sono stati usati per decenni da siti legittimi. Al contrario, alcune estensioni poco conosciute o spesso associate a frodi (ad esempio .tk, .ml, .ga – domini gratuiti di basso costo) possono far sorgere sospetti nell’utente medio. Un marchio serio solitamente evita estensioni poco chiare o spammy. Analogamente, gli sTLD sponsorizzati come .gov e .edu portano un marchio di legittimità: un sito con .gov è immediatamente riconosciuto come governativo ufficiale.

Per il privato o l’azienda, ciò significa che usare un TLD riconosciuto migliora la reputazione: un dominio aziendale in .com o in .it trasmette solidità, mentre un dominio con estensione strana potrebbe essere scambiato per un sito non professionale o peggio. La protezione dati (certificati SSL) è distinta dall’estensione, ma a livello psicologico gli utenti associano sicurezza anche al dominio. Noi sottolineiamo infine che, in fase di acquisto del dominio, è opportuno accertarsi che l’estensione scelta non sia abusata da truffatori: esistono strumenti di monitoraggio del brand che avvertono se qualcuno registra un dominio simile in TLD sospetti. In questo modo si può proteggere la reputazione aziendale.

Localizzazione e mercato locale

Un’ultima considerazione riguarda l’orientamento geografico che un’estensione conferisce al sito. Quando decidiamo di rivolgerci a un pubblico locale o regionale, il ccTLD è un forte elemento di localizzazione.

Ad esempio, un sito di e-commerce in Italia con .it sarà percepito come un negozio italiano; se la stessa azienda punta alla Spagna, registrerà anche un .es. Tale localizzazione aumenta la rilevanza per il pubblico e può far crescere la fiducia, perché gli utenti tendono a fidarsi di domini corrispondenti alla loro area geografica. Inoltre, avere un ccTLD locale può essere utile per la localizzazione linguistica: spesso i contenuti sono nella lingua locale, il che rassicura il visitatore.

Tuttavia, con i gTLD generici si rinuncia a questo segnale, e se il sito è multilingua occorre fare uno sforzo di ottimizzazione SEO diverso (suddivisione in cartelle o sottodomini per lingua). In ogni caso, noi consigliamo di valutare il mercato principale di riferimento: se operiamo in un solo Paese, il ccTLD è vantaggioso; se siamo davvero internazionali, un gTLD neutro è più flessibile. Talvolta si mantengono entrambe le versioni (per esempio, azienda.it e azienda.com) per coprire tutti i casi. In conclusione, l’estensione ha un ruolo nella localizzazione geografica del brand: contribuisce a inquadrare immediatamente il pubblico di destinazione e a favorire l’esperienza locale.

Estensioni più popolari e i loro usi

Nonostante siano disponibili centinaia di estensioni, alcune sono divenute predefinite per molti tipi di sito. Conosciamo le principali:

.com, .net, .org e altri gTLD tradizionali

.com è la TLD più diffusa al mondo (ospita oltre il 50% dei siti Web). Originariamente indicava “siti commerciali”, ma oggi è usata da organizzazioni di ogni tipo. La sua popolarità deriva dalla familiarità: gli utenti tendono a immaginarlo come prima scelta.

Di solito raccomandiamo di provare a registrare iltuosito.com perché è più facile da ricordare. Se .com non è disponibile, la seconda opzione spesso è .net, nato per scopi tecnici (networking). Anche .net è generico e affidabile, sebbene meno utilizzato di .com. .org era pensato per le organizzazioni non-profit ed è ancor oggi preferito da enti benefici, ONG e associazioni.

Molti gruppi lo vedono come una scelta appropriata, anche se non vi sono restrizioni formali se non appartenere a un’organizzazione (in pratica è aperto a tutti). Altri gTLD “storici” includono .info (informazioni generali), .biz (imprese), .edu (università USA), .mil (militari USA) e .gov (governo USA). Queste estensioni, ad esempio, .edu, .mil, .gov sono riservate e comuni nei loro ambiti di riferimento, contribuendo a fissare l’aspettativa: un dominio .gov è subito percepito come affidabile e istituzionale.

Estensioni nazionali e regionali (ccTLD)

Tra i ccTLD più popolari figura .it, che identifica l’Italia: è ideale per aziende e progetti italiani.

Altri ccTLD molto usati a livello mondiale includono .de (Germania), .ru (Russia), .br (Brasile) e .cn (Cina), spesso guidati dalle dimensioni di popolazione e internet in quei paesi. Sul web anglofono sono frequenti .uk (Regno Unito) e .ca (Canada).

Esistono anche ccTLD sovranazionali: per l’Unione Europea esiste .eu. Infine, va menzionato .io, pur essendo un ccTLD (Oceano Indiano Britannico), è popolare tra startup tech, così come .co (Colombia) che oggi suona come abbreviazione di “company” e viene usato come alternativa a .com. In generale, usiamo un ccTLD quando vogliamo focalizzarci chiaramente su un mercato o una lingua, oppure quando i clienti sono abituati a fare affidamento sull’estensione locale.

Estensioni emergenti e specializzate

Infine ricordiamo alcuni TLD di tendenza. Oltre ai ccTLD generici menzionati, molti siti scelgono estensioni di nicchia.

Ad esempio, .io (già citato) è diventato quasi sinonimo di startup nel settore tech; .ai (Anguilla) è sfruttato per progetti di artificial intelligence. Settori come l’istruzione online usano .academy, .education; i portali di notizie .news; chi fa blogging .blog; agente olistici .life, e così via. Anche .store, .app, .tech, .online e .xyz sono diffuse in diversi ambiti (e-commerce, app mobili, tecnologia, generico).

Queste estensioni recenti servono a far capire subito di che cosa tratta il sito: per esempio, prodottidigitali.online suggerisce subito che si vendono prodotti digitali. Tuttavia, poiché sono nuove, non sempre gli utenti le conoscono, e spesso l’estensione precisa non fa la differenza per SEO. Consideriamo queste scelte più sul piano del marketing creativo: possono rendere il dominio unico, ma bisogna essere certi che il pubblico le afferri e le reputi credibili.

Errori comuni da evitare nella scelta dell’estensione

Nella scelta dell’estensione più adatta è altrettanto importante evitare certi errori comuni. Ecco alcuni punti da tenere presente:

Estensioni indesiderabili o fuorvianti

  • Evitare estensioni troppo lunghe o complesse: un TLD poco intuitivo (molte parole o numeri) rende difficile ricordare l’URL. Meglio puntare a estensioni semplici e familiari;
  • Attenzione alle estensioni fuorvianti: alcuni domini possono confondere gli utenti. Ad esempio, .co viene spesso scambiato per .com, e .cm è un ccTLD simile a .com ma può apparire un errore di battitura. Se il tuo marchio è registrato con .com, qualcuno potrebbe digitare per errore un altro dominio simile. È consigliabile registrare anche le varianti comuni;
  • Non scegliere TLD con cattiva reputazione: alcune estensioni gratuite o poco conosciute (come .tk, .ml, .ga) sono spesso usate per spam o phishing. Usarle può danneggiare l’immagine del sito. Meglio evitarle a meno di non avere uno scopo specifico e sicuro;
  • Evita sinonimi impropri: non adoperare un’estensione pensando di essere originale se in realtà puoi creare confusione. Ad esempio, registrare nosito.it quando esiste già nosito.com consolidato, può far perdere credibilità al brand;

Altri errori comuni

  • Ignorare il pubblico target: scegliere un’estensione senza pensare a chi visiterà il sito è un errore. Se il pubblico è locale, meglio un ccTLD; se è internazionale, optare per un gTLD riconoscibile ovunque. Non trascuriamo chi userà il nostro sito;
  • Non proteggere il proprio marchio: a volte chi lavora a un progetto dimentica di registrare domini con TLD alternativi o affini. Se abbiamo un nome di dominio importante, conviene registrare varianti simili per sicurezza (ad esempio, .com, .net, .org, .it) per evitare che altri li prendano e causino confusione o usurpino il brand;
  • Trascurare le regole legali: alcune estensioni possono implicare norme specifiche. Assicuriamoci di avere diritto di usare un nome in un dato TLD (soprattutto sTLD o ccTLD con restrizioni). Prima di finalizzare la registrazione, verifichiamo che il nome di dominio non violi marchi registrati esistenti. Un buon consiglio è fare una ricerca di base prima della registrazione per evitare contenziosi;
  • Non pensare a lungo termine: l’estensione scelta diventerà parte del brand. Evitiamo di sceglierla solo per moda o perché temporaneamente economica. Ad esempio, non cambiamo dominio ogni anno perché costi meno; meglio investire in un dominio solido e coerente. Inoltre, non optare per domini simili a piattaforme di nicchia a meno che non sia strategico: un’estensione troppo “di nicchia” potrebbe limitare la credibilità se poi il business si espande;

In sintesi, nella scelta dell’estensione noi consigliamo di puntare alla chiarezza, semplicità e coerenza con il brand. Scegliamo un TLD che piaccia al nostro pubblico, che rispetti il settore di riferimento, e che sia affidabile agli occhi degli utenti. Evitando estensioni ingannevoli o poco professionali, mettiamo il nostro sito nelle migliori condizioni per essere percepito come credibile e autorevole sul web.

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